mercoledì 5 dicembre 2007

CONTRARI ALLA POLITICA DEGLI SPOT

Martedì 4 dicembre, a Palazzo Cambieri di Mortara si è riunito il Partito Democratico del Collegio di Mortara. Presenti, insieme al coordinatore provinciale Giuseppe Villani, anche gli eletti alle assemblee nazionale e regionale del PD, tra gli altri: Fabio Amodio, Pierangelo Fazzini, Maria Giovanna Di Battista, Carlo Porcari, Claudia Montagna, Fabrizia Ghisolfi, Maria Teresa Torretta, Alberto Lasagna In relazione agli ultimi accadimenti riguardanti la politica per l’immigrazione approntata dal Sindaco di Mortara si ritiene utile promuovere la seguente presa di posizione:

“Mortara come Cittadella. Firmare un’ordinanza, come quella del Sindaco di Cittadella, al solo scopo di guadagnare una prima pagina di giornale, non è un’operazione che appassiona la nostra sensibilità politica. Se poi il tema è come coniugare i diritti di cittadinanza, con quelli della tutela personale, della sicurezza e della lotta alla criminalità, pensiamo che l’ultima cosa da fare sia proporre principi qualunquistici o di pura demagogia.

La risposta all’intenzione del Sindaco di Mortara è fornita in modo mirabile da Gian Valerio Lombardi, prefetto di Milano, su “il Sole 24 Ore” di venerdì 30 novembre. Egli dice di essere contrario ai “Sindaci sceriffi” ( e lo dice un Prefetto, che sa come si trattano le forze dell’ordine). Tanto più che subordinare la residenza a un reddito risulta essere un principio non costituzionalmente accettabile. E’ un modo semplice, un po’ banale, di mettersi al riparo da critiche da parte dei cittadini. Sembra dire: “Siccome non so come gestirlo questo problema, la metto sul reddito e buonanotte”. Eh, già… bella forza. A nostro avviso, il problema sicurezza per i cittadini è una priorità che va affrontata, ma non con soluzioni di tipo razzistico. Quanto piuttosto con metodi concreti. Noi pensiamo, ad esempio, che per dare modo alle forze dell’ordine di agire con concretezza si debba perseguire un modello di inclusione sociale, non viceversa. Laddove si creano condizioni di accettazione dell’altro si vince la criminalità Dove, viceversa, si creano motivi reali di divisione, di lacerazione sociale, si pongono le basi per ghetti di criminalità. La certezza della pena, che è uno dei temi su cui si gioca questa partita, non c’entra nulla col reddito minimo per avere la residenza. Il provvedimento che intende adottare la Giunta di Mortara è ad esclusione di una fascia di persone (anche italiane) che sono in reddito di difficoltà, ma non dà nessuna garanzia sul tema “sicurezza”. Non è che negando la residenza a qualcuno si ponga fine, contestualmente, a scippi, borseggi, rapine e cose del genere. Forse, prima di adottare la solita politica degli spot, che parla alla pancia delle persone, dimenticandosi la razionalità, sarebbe meglio coinvolgere chi, sul tema della sicurezza ha davvero da insegnare: polizia, carabinieri, prefettura…Ad ognuno il suo mestiere. Altrimenti… la fiducia nelle istituzioni, tanto ventilata dal sindaco di Mortara, cala a picco, di certo non cresce. Un ultima considerazione: qualcun altro, qualche decennio fa, associava la ricchezza personale e la provenienza dall’estero come una “categoria sociale” da combattere, identificando sempre “lo straniero” come “il diverso” da mandare via. Attenzione, però. A parte il fatto che quel tipo di pensiero in Italia è stato sconfitto dalla lotta partigiana, grazie a Dio, ma poi, quegli extracomunitari che lavorano nei cantieri edili in nero…perché costano poco e costruiscono le infrastrutture… vanno bene? O mandiamo via anche loro? Suvvia, siamo seri. La sicurezza dei cittadini è cosa seria. Gli spot li lasciamo a chi… per deformazione politica… è abituato a farli di mestiere. Ma noi siamo alla ricerca di soluzioni concrete”.


Partito Democratico, collegio di Mortara,

5 dicembre 2007

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