lunedì 3 dicembre 2007

RELAZIONE DI INSEDIAMENTO DEL COORDINATORE PROVINCIALE PD GIUSEPPE VILLANI

Care democraticheCari democratici,

consentitemi innanzi tutto di esprimere la mia soddisfazione per la nomina di Piera nella Direzione nazionale e l’indicazione di Daniele come vice segretario regionale.

Si tratta di un importante e meritato riconoscimento per l’ impegno da loro svolto in questa provincia.

Contemporaneamente, questi incarichi costituiscono un’importante opportunità per noi e per il lavoro che dobbiamo portare avanti.

Per quanto mi riguarda, ho dato la mia disponibilità a candidarmi come Coordinatore Provinciale e ho ritenuto opportuno presentare alcune sintetiche riflessioni e alcune proposte di lavoro.

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Dopo l’Assemblea Costituente nazionale del 27 ottobre e quella regionale del 10 novembre, entra concretamente nel vivo la fase costituente del Partito Democratico.

In questi anni e particolarmente negli ultimi mesi, abbiamo vissuto un’esperienza straordinaria, che ha già concretamente avviato il cambiamento della politica e la sua innovazione dal punto di vista istituzionale e programmatico.

Un progetto, quello del PD, scaturito da un’attenta ed obbiettiva analisi delle attuali esigenze della società e della conseguente capacità dei partiti di rispondere in modo adeguato ed efficace.

La qualità della vita delle persone, la globalizzazione, la scuola, la formazione, la precarietà del lavoro, l’innovazione, le nuove tecnologie, la comunicazione.

Ecco alcuni dei temi in campo che ci hanno portato a ridiscutere l’idea di partito; aprendoci così in modo chiaro, serio e trasparente a tutti coloro che condividessero i nostri stessi valori: la pace, la libertà, la democrazia, la solidarietà, il rispetto; con un’attenzione particolare nei confronti delle persone.

Un’impresa prima di tutto culturale, per una politica ancorata ai valori e non ideologica, quella che ha portato il 14 ottobre scorso, 3.500.000 italiani di cui 20.500 pavesi, in seggi regolarmente allestiti, con la massima garanzia di trasparenza. Questi cittadini, partecipando alle Primarie, hanno risposto alle perplessità, ai dubbi, anche fondati, di chi temeva una “fusione a freddo”; di chi paventava il rischio di un’operazione di vertice, sostenuta solo dal cosiddetto “ceto politico” e dalle vecchie classi dirigenti.

Certamente ora è compito nostro dare risposte chiare, leggibili e rapide, a tutti loro ed alle tante altre persone, che guardano con attenzione e con speranza al percorso del PD.

La composizione di quest’assemblea provinciale dimostra già l’esistenza di un considerevole rinnovamento e la nostra capacità di mettere insieme persone, con storie, provenienze politiche e culturali, anche molto diverse tra di loro. Persone che hanno già manifestato una forte carica ideale e una notevole volontà di fare.

  • Nella nostra provincia, prima del 14 ottobre c’è stata una lunga fase di dibattito, che ha coinvolto esponenti del mondo associativo, militanti dei DS e della Margherita, singoli cittadini ed espressioni delle istituzioni locali. In quelle occasioni veramente tante persone hanno contribuito ad aumentare il livello e la qualità del dibattito.
  • Dopo questa prima fase ne è seguita un’altra, altrettanto importante, caratterizzata dalla formazione delle liste e dal confronto tra i vari candidati.

Tutti questi momenti ci hanno consegnato una grande responsabilità: quella di costruire nel concreto un partito nuovo e dinamico, che nella nostra Provincia, come in Regione Lombardia, ha di fronte a sé una sfida decisiva: quella di proporsi come forza di governo, veramente all’altezza delle aspettative delle popolazioni e dei territori, in profonda trasformazione economica, sociale e culturale.

Il PD dovrà quindi essere un partito con un’alta capacità di ascolto, di condivisione, unita a quella di portare a sintesi le esigenze dei cittadini e decidere nel merito.

L’assemblea costituente nazionale sta lavorando alla definizione della Carta dei Valori, dello Statuto e delle regole comportamentali legate al rapporto tra etica e politica.

Dopo l’assemblea dei segretari regionali con il segretario nazionale Walter Veltroni, si è avviata concretamente la fase della costituzione del PD nei territori, con l’obiettivo di costituire 8.000 circoli (100 dei quali auspico in provincia di Pavia), di eleggere i “portavoce” locali e i delegati per le assemblee provinciali.

Il lavoro che dovremo portare avanti dovrà essere preceduto (questo è il primo impegno che dobbiamo assumerci) da incontri nei collegi con la presenza degli eletti per illustrare l’esito delle tre assemblee: nazionale, regionale, provinciale e per decidere insieme i programmi di attività futura.

Si deve partire dai grandi valori, da un forte impegno ideale sui temi della pace, della solidarietà; dai valori della Resistenza ed insieme a questo, una forte ripresa dell’iniziativa politica.

Il Pd dovrà saper guardare all’Europa e ai territori;

  • all’Europa per affrontare scelte decisive ed importanti come ad esempio quelle sulla ricerca e lo sviluppo tecnologico;
  • ai territori per valorizzarne le diversità e la ricchezza culturale.

La nascita del Pd ha già prodotto importanti risultati come l’implosione della Casa delle Libertà e l’avvio del dibattito sulla riforma elettorale.

Contemporaneamente, il Senato ha superato il banco di prova della Finanziaria, con scelte rilevanti, che ora dovremo condividere con i cittadini, gli amministratori locali, e le forze economiche e sociali.

Un altro terreno di iniziativa riguarda i temi legati al valore del lavoro, soffermandoci sui contenuti del Manifesto per il lavoro femminile, sulla lotta al precariato e sulle giovani generazioni.

Insieme a questo, sarà importante qualificare il nostro impegno occupandoci della sicurezza, della riforma dello stato sociale, dell’ambiente, delle politiche culturali.

Una reale forza di governo a vocazione maggioritaria, non può che partire dalle condizioni complessivamente negative, determinate dai governi di centro destra della Regione Lombardia e dell’Amministrazione provinciale, intensificando ulteriormente la sua opposizione.

Si ha come l’impressione che la maggioranza di centro destra in Provincia, abbia ormai come unico collante, la difesa del potere fine a se stesso; che non esista più una reale alleanza politica e programmatica.

Occorrerà verificare fino in fondo la possibilità di far emergere le contraddizioni.

Tutto questo vale anche all’interno di molte realtà locali come ad esempio quella dell’Oltrepo collinare e montano e di parti della Lomellina, dove sono evidenti le divisioni e le crepe all’interno del centro destra; dove sono chiari i segnali di distacco di molti amministratori da quel sistema di potere e che attendono da noi precisi segnali ed una nuova capacità di aggregazione.

Rispetto alla città di Pavia, dove si è recentemente conclusa una verifica, dovremo saper garantire pieno sostegno e al tempo stesso avremo il compito di sviluppare come PD, una forte iniziativa politica autonoma, legata ai temi dello sviluppo della città e al ruolo che le compete riguardo alle politiche territoriali.

Si deve avere inoltre l’ambizione e la capacità di rapportarsi e valorizzare il contributo che può venire dall’Università, dai centri di ricerca e da altre istituzioni.

  • Dobbiamo quindi, recuperare la capacità di progettare il futuro dei nostri territori, ricollegarci alle loro vocazioni e alle loro identità;

    dobbiamo avere la capacità di anticipare e non subire; costruendo proposte, aprendo un serio e complessivo confronto con le forze economiche, sociali, con il mondo associativo ed il volontariato di questa provincia; per allargare ancora di più la nostra base sociale.

  • Dobbiamo avere la capacità di sostenere, com’è avvenuto recentemente al Comune di Pavia, una nuova cultura della sicurezza, tenendo insieme il tema dell’integrazione con quello della solidarietà e della legalità, ben sapendo che:

    a) non occorre demagogia per risolvere questo problema;

    b) che spesso non basta più richiamarsi al multiculturalismo per trovare soluzioni;

    c) che non ci può essere piena cittadinanza senza l’effettiva condivisione delle regole e quindi senza il collegamento stretto tra diritti e doveri.

  • Dobbiamo avere ben presente che, grandi questioni come la riforma dello stato sociale, il nuovo rapporto tra l’uomo e la natura, la multietnicità della nostra società, devono essere affrontate con impostazioni veramente innovative, introducendo reali elementi di discontinuità, politica e culturale.
  • Dobbiamo essere ben consci inoltre, dell’importanza dell’attività giovanile e della significativa presenza delle donne, per rendere così più forte l’azione politica del PD e per continuare il processo di rinnovamento della classe politica.
  • Dobbiamo cioè dare una giusta ed attuale lettura di un mondo, che pone sempre di più al centro di tutto la persona.

Tutto ciò vale dal punto di vista generale e naturalmente vale, per la qualità della nostra azione di governo locale.

Tra il 2009 ed il 2010 avremo un’estesa consultazione elettorale amministrativa, che coinvolgerà la stragrande maggioranza dei comuni, compreso il capoluogo.

Senza dimenticare altre importanti scadenze come le elezioni europee, quelle regionali e senza perdere di vista la situazione governativa.

In questo periodo, sarà necessario intensificare il nostro impegno sia in maggioranza sia all’opposizione e contemporaneamente, dovremo lavorare per adeguare ed accrescere la nostra capacità amministrativa, partendo dalle nuove esigenze, dai nuovi bisogni, dai profondi cambiamenti intervenuti anche nei nostri comuni.

Ad esempio, i nostri enti locali dovranno avere la capacità di “fare sistema”, partecipando attivamente al confronto e dicendo la loro sulle grandi tematiche aperte.

Da una parte, sono in campo progetti legati alla logistica, a grandi infrastrutture viabilistiche, all’ampliamento della grande distribuzione commerciale; dall’altra cominciano a riaffacciarsi questioni più collegate ai nostri territori.

  • Esiste il tema del rapporto con l’area metropolitana milanese: un tema che riguarda l’insieme della provincia e segnatamente la città di Pavia, l’Alto Pavese e il Vigevanese.
  • Proprio per quanto riguarda Vigevano, questo e altri temi, modificano il tradizionale rapporto tra il comune in questione e il resto della Lomellina, che invece si integra socialmente e culturalmente con altre parti della provincia.
  • Dovremo confrontarci con il tema dello sviluppo dell’Oltrepo, riflettendo sulle tematiche della Comunità Montana, sui positivi processi di integrazione delle Cantine Sociali, sull’esigenza di un rilancio del turismo. Un tema questo, che per la verità, riguarda l’intero territorio provinciale e può essere affrontato in modo diverso, considerando le differenze tra turismo culturale, un possibile sviluppo del turismo rurale, e turismo legato a condizioni climatiche e paesaggistiche.
  • Dovremo inoltre immaginare progetti e proposte per lo sviluppo di un’area omogenea come quella della Bassa Pavese. Occorrerà tenere conto delle richieste di sempre maggiore vivibilità, evidenziate dalle popolazioni. Non è più sufficiente dare risposta ai pur importanti temi occupazionali, ma si deve ragionare anche sulla qualità del lavoro e sull’organizzazione socio culturale delle nostre comunità.

Il tema della forma partito deve collegarsi strettamente a questo ragionamento.

In generale, abbiamo certamente bisogno di un partito radicato, basato su un’organizzazione più orizzontale che verticale; capace di inventarsi un nuovo tipo di militanza, che tenga insieme adesione e partecipazione; capace di valorizzare ogni possibile strumento di dibattito.

Concretamente ritengo che in una provincia come la nostra, con la sua estensione territoriale, si debba procedere in modo molto diffuso e capillare, prevedendo come normale metodo di lavoro, forme di coordinamento tra le diverse organizzazioni di base.

  • Penso ai circoli e all’ulteriore sviluppo dell’informazione e delle nuove tecnologie.
  • Penso anche che, proprio collegandoci alle grandi questioni economiche sociali d’interesse sovra comunale, si possa ragionare su organizzazioni tematiche e forme specifiche di elaborazione politica come ad esempio i forum aperti e contemporaneamente sarà opportuno proporre la costituzione di un momento specifico che, proseguendo l’esperienza della Costituente dei Saperi, si occupi di un progetto di sviluppo complessivo, per una società della conoscenza, dell’educazione e della formazione.
  • Vedo insomma, un’organizzazione aperta, una rete”, composta di diversi momenti (dalla capacità di “stare in mezzo alla gente” agli sms, ai blog, alle mail); momenti che interagiscono fra loro e favoriscono ulteriormente la condivisione e la partecipazione.
  • Ritengo utile una reale e moderna politica di formazione. I futuri gruppi dirigenti dovranno avere strumenti culturali e capacità di “leggere” le caratteristiche economiche, sociali e culturali della realtà in cui operano e di rapportarsi con grande conoscenza alle istituzioni locali; valorizzando competenze e introducendo sempre di più il criterio meritocratico nella composizione e nella selezione dei gruppi dirigenti.
  • Penso a un partito, che favorisca realmente il ricambio delle responsabilità e che mantenga l’impostazione di assoluta parità di genere.
  • Penso a una forza che sappia valorizzare le differenze politiche e culturali e che eviti la logica correntizia, sia a livello generale sia a livello territoriale.
  • Credo che l’esperienza delle primarie debba diventare normale prassi per definire le principali cariche istituzionali: Presidenti del consiglio, di regione, di provincia, sindaci di grandi centri. Tutto ciò, con regole chiare e certe, che dovranno essere definite rapidamente.
  • Allo stesso tempo si deve assumere come consuetudine, la consultazione di aderenti, elettori e cittadini, rispetto alle grandi scelte amministrative e alle posizioni da assumere in merito a rilevanti questioni che saremo chiamati ad affrontare.
  • Ritengo infine che dopo averlo fatto in Amministrazione Provinciale e negli altri centri maggiori si debba procedere alla costituzione dei gruppi consiliari del PD anche negli altri centri di un certo rilievo.

Naturalmente questo insieme di proposte organizzative saranno possibili se i gruppi dirigenti, a tutti i livelli, avranno la necessaria apertura e sapranno promuovere un reale confronto di idee, progetti, proposte, legate al bene comune; se avranno cioè la capacità di garantire la piena agibilità , collegandola alla contendibilità di tutti in ogni ruolo istituzionale.

Per quanto mi riguarda, sono pienamente disponibile a lavorare in questa direzione; così come sono consapevole che stiamo vivendo la formazione di una comunità politica nuova, impegnata a rinnovare contenuti, forme di comunicazione, personale politico.

Da questo punto di vista, mentre ripropongo il pieno rispetto nei confronti dell’autonomia di ogni realtà locale, mi auguro che il momento dell’elezione dei gruppi dirigenti comunali e cittadini sia l’occasione per saldare l’impegno, la passione, delle persone ora in campo, con la piena valorizzazione di nuove energie.

Penso ad esempio, alla grande ricchezza del mondo associativo e di quello ambientalista.

Naturalmente tutto ciò vale anche per gli organismi esecutivi e per le strutture tematiche che costituiremo a livello provinciale e locale, ben sapendo che si dovrà realizzare in questo senso,un giusto equilibrio.

Non dobbiamo mai dimenticare che all’interno di questa provincia esistono 3 grandi zone, 190 comuni e diverse aggregazioni a livello istituzionale e che all’interno di ognuno di questi “momenti” ci sono scelte politiche da portare avanti in modo coordinato e che, fortunatamente ci sono persone capaci, competenti e radicate, che sono diventate punti di riferimento visibili e stimati.

E’ EVIDENTE CHE ORMAI SIAMO IN UN’ULTERIORE NUOVA FASE, PER LA QUALE AUSPICO, CON GRANDE DETERMINAZIONE, UNA GESTIONE PLURALE E CONDIVISA, CAPACE DI GUARDARE AVANTI.

DOVREMO LAVORARE INSIEME PER COSTRUIRE UNA NUOVA CASA, PIU’ BELLA, PIU’ GRANDE, PIU’ ACCOGLIENTE, PER TUTTI I DEMOCRATICI.

Pavia, 24 novembre 2007

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